PARIGI: LATTANZI: CONDANNIAMO I FATTI, LA RICERCA DI PACE E’ IL NOSTRO OBIETTIVO
COMUNICATO STAMPA
Roma, 14 novembre 2015
“Gli attacchi suicidi di Beirut del 12 novembre, che hanno provocato più di 40 morti e oltre 200 feriti, e l’agghiacciante sequenza di assalti che sconvolge Parigi in queste ore, lasciandosi dietro una scia di morti e feriti ancora da contare, sono stati rivendicati dalla stessa matrice che da diverso tempo ha dichiarato guerra al rispetto dei diritti di tutti, alla pace, alla pluralità di pensiero, a chiunque non ne sia affiliato, mussulmano, cristiano, ateo o a qualunque altra religione o credo appartenga. Noi condanniamo con forza questa escalation.” - afferma Giovanni Lattanzi Presidente del COCIS Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo -“Siamo convinti che il ruolo della comunità internazionale debba essere più centrale e incisivo e che l’Europa tutta debba essere sempre più protagonista. Le nostre ONG continueranno il lavoro e l’impegno nei territori che ogni giorno sono terreno di conflitti, con obbiettivi comuni: la ricerca della stabilità del tessuto sociale e la ricerca della pace, che è per noi ancora l’obiettivo possibile e il traguardo a cui tendere ogni sforzo. Crediamo che non si debba cedere ai ricatti dei terroristi e nello stesso tempo non dobbiamo farci sovrastare dalla paura. Adesso – continua Lattanzi - non è il momento di costruire altri muri per bloccare il flusso migratorio per paura di infiltrazioni fondamentaliste: i milioni di rifugiati che raggiungono l’Europa stanno fuggendo da guerre e violenza che condanniamo tutti i giorni, per uscire dalle quali da anni chiediamo che la comunità internazionale intervenga con una strategia di pace. Oggi più che mai è il momento di sentirci tutti, dal nord al sud del Mondo, fratelli accomunati da una lotta per difendere i diritti al rispetto del valore della vita, della dignità umana e alla pluralità di pensiero. Proprio nei momenti più bui, l’umanità è capace degli slanci più nobili. #PorteOuverte è l’hashtag con il quale gli abitanti di Parigi hanno offerto la loro ospitalità a chiunque fosse in fuga dalla follia terrorista che si riversava per le strade della città. Questo – conclude Lattanzi - spirito deve guidare anche l’accoglienza che mettiamo in pratica ogni giorno nei confronti delle persone in fuga da quella stessa follia omicida, che distrugge le loro case, uccide i loro cari e avvelena le loro vite. Ufficio
LATTANZI (COCIS): PRESIDENTE MATTARELLA: UN MESSAGGIO DI PACE E DI ATTENZIONE VERSO CHI SOFFRE
COMUNICATO STAMPA
Roma, 3 febbraio 2015
"Le parole del Presidente della Repubblica tracciano una strada in cui ci riconosciamo e condividiamo a pieno" afferma Giovanni Lattanzi Presidente del COCIS Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo "l'attenzione verso chi fugge dalle guerre verso i richiedenti protezione internazionale che cercano rifugio e un futuro in Europa, verso la tutela dei diritti civili per le persone con disabilità ispirano fiducia e speranza" continua Lattanzi "il messaggio di promozione della pace e ripudio della guerra e il passaggio di attenzione per coloro che sono impegnati nella cooperazione allo sviluppo e ricordando Padre Paolo dall'Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli, rafforza il nostro lavoro e di molti operatori che ogni giorno lavorano nei territori difficili a costruire insieme ai beneficiari progetti per una vita migliore e di pace."
GIORNATA DEL MIGRANTE: LATTANZI (COCIS): PRESIDENTE BOLDRINI AVVII SUBITO COMMISSIONE D’INCHIESTA PER I CENTRI DI ACCOGLIENZA
COMUNICATO STAMPA
Roma, 18 dicembre 2014
Quest’anno la giornata del Migrante cade in un periodo in cui migranti e richiedenti asilo politico si trovano accomunati da inchieste giudiziarie che pesano sulle loro spalle.
“Il COCIS chiede con urgenza alla presidente della Camera, Laura Boldrini, di attivare immediatamente una commissione d’inchiesta sui centri di accoglienza per i richiedenti protezione internazionale, - afferma Giovanni Lattanzi presidente del COCIS- Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo - che possa servire a non buttare a mare il grande lavoro delle Organizzazioni e del Terzo Settore, insieme a quello degli enti locali e dei tanti operatori sociali, che anzi venga valorizzato per il profondo valore umano e l’impegno a favore dell’integrazione.
Per noi il migrante è un valore aggiunto per la nostra società - prosegue Lattanzi - per la crescita culturale e l’attività economica del nostro Paese.
Chiediamo inoltre, al Governo e al Parlamento, - conclude Lattanzi- l’istituzione di un Garante per i diritti dei migranti e richiedenti protezione internazionale e stiamo valutando se costituirci come parte civile nell’eventuale processo su Mafia Capitale, perché tutto ciò che si è sentito, e quello di cui si è parlato, sta creando un danno al sistema di accoglienza italiano a discapito dell’integrazione.”
DIRITTI UMANI: GIOVANNI LATTANZI (COCIS): RIPARTIAMO DALLE SCUOLE
COMUNICATO STAMPA
Roma, 10 dicembre 2014
“Superamento delle iniquità prodotte dal sistema dei rapporti internazionali e dai meccanismi economici che lo sostengono, attraverso la promozione di rapporti equi tra i popoli, i generi e le culture, nella valorizzazione delle differenze, è il grande lavoro che ancora bisogna fare a livello internazionale”- sono le parole del presidente del Cocis- Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo, Giovanni Lattanzi.
E’ necessario recuperare il senso e l’importanza della Cooperazione e della solidarietà internazionale, per questochiediamo al governo di attivare un grande programma d’intervento sui diritti umani nelle scuole a favore di una maggiore informazione ed educazione sul tema che sensibilizzi i giovani e valorizzi il lavoro delle ONG.
“In questo momento, sono molte le persone che scappano da situazioni di guerra, soprusi e negazioni dei diritti umani - continua Lattanzi - abbiamo tutti quanti il dovere di accoglierle e favorirne l’integrazione, per questo dobbiamo riorganizzare il sistema di accoglienza e come prima cosa chiudere i CIE e rivedere il sistema di protezione internazionale che diventi un sistema europeo vero.
Non accetto - conclude Lattanzi - che il sistema malavitoso sia accomunato a tante organizzazioni che si occupano, seriamente e con passione, di progetti per dare dignità a coloro a cui è stata tolta”.
MASSACRO SILENTE LA VOCE DELLE ARMI E IL SILENZIO DEL DIRITTO
Gerusalemme,
28 Luglio 2014
Quanti bambini, donne e anziani devono ancora morire per poter usare la parola MASSACRO?
Per quanto ancora i nostri governi continueranno ad usare definizioni fredde come “uso sproporzionato della forza”, “diritto di difesa”, “vittime collaterali”, “scudi umani” perché non riescono a condannare uno Stato che occupa rinchiude e uccide un intero popolo?
Fino a quando i nostri governi, paladini a parole dei diritti umani, continueranno a difendere uno Stato che bombarda bambini mentre giocano a calcio su una spiaggia, che colpisce scuole, ospedali e ambulanze o che rade al suolo interi quartieri?
A Shajaiyyeh è stata una strage e così dovrà passare alla storia. Oltre 90 i corpi senza vita già ritrovati dopo i bombardamenti della notte del 19 luglio, chissà quanti “riposano” ancora sotto le macerie delle proprie case. A tanti sono tornate in mente le immagini crude e dilanianti di Sabra e Chatila. 32 anni dopo la storia si ripete. Il carnefice è sempre lo stesso come anche le vittime. Oggi come allora sono uomini donne bambini che non hanno lasciato la propria casa, non per eroismo, ma perché non hanno alcun posto dove fuggire e perché quella casa è tutto ciò che hanno.
Altri invece sono scappati. Orde di persone hanno deciso di mettersi in cammino, molti sventolando bandiere bianche, verso una meta non ben definita. Orde di persone che a piedi, con pochi beni, raggiungono le scuole dell’UNRWA, la casa di un parente, sperando che questo possa salvare le loro vite.
Quando più di 200 mila persone sono costrette a lasciare le proprie case e i propri quartieri senza avere un posto dove andare e senza potersi mettere in salvo; quando gli ospedali sono al collasso e il personale medico è considerato un target, siamo di fronte ad un chiaro CRIMINE DI GUERRA. La rabbia delle persone rivolta contro giornalisti e operatori umanitari, all'indomani del massacro di Shajaiyyeh, in realtà ci ricorda che siamo tutti responsabili.
Responsabili perché silenti quando Israele impedisce alle ambulanze di soccorrere i feriti
Responsabili perché silenti quando Israele distrugge e bombarda le case dei civili
Responsabili perché i nostri governi sono sordi rispetto a ciò che accade a Gaza da ormai troppo tempo.
Responsabili perché i nostri governi si astengono davanti a chi vuole provare a indagare Israele per crimini contro l’umanità.
Perché, i nostri governi, non intervengono quando l’oggetto degli attacchi da parte dei militari israeliani diventano le ambulanze che cercano di portare soccorso ai feriti?
Eppure la IV Convenzione di Ginevra (art. 20) è chiara: Non garantire l'accesso e la protezione del personale ospedaliero adibito al soccorso e al trasporto dei feriti e dei malati civili è un CRIMINE DI GUERRA.
Perché l’Europa, non si esprime con forza quando Israele bombarda le abitazioni civili in palese violazione dell’art. 52 del protocollo aggiuntivo del 1977 che garantisce la protezione dei beni di carattere civile i quali non dovranno essere oggetto di attacchi né di rappresaglia?
Potremmo adesso continuare riportando il numero di morti palestinesi, ma quando questo comunicato sarà pubblicato questo numero sarà già vecchio; le vittime, come i feriti, saranno molti di più. Ciò che possiamo affermare senza paura di essere smentiti è che il 77% delle vittime sono civili (fonte ONU)
Lo ricordiamo una volta per tutte: nessun confine verso cui fuggire, nessuno Stato a cui chiedere asilo. Gaza, per volere di molti, troppi, è una prigione a cielo aperto.
Chiediamo alla società civile italiana ed internazionale di continuare a mobilitarsi, come sta avvenendo in questi giorni, per esprimere la solidarietà alla popolazione palestinese vittima di questo massacro.
Chiediamo inoltre che gli organi internazionali e i governi si mobilitino per esigere pieno rispetto del Diritto Internazionale Umanitario e del Diritto Internazionale; per un’immediata fine dell’attacco; per la fine dell’assedio a cui la Striscia di Gaza è sottoposta dal 2006; per la fine indiscriminata di arresti di Palestinesi in Cisgiordania ed a Gerusalemme Est da parte dell’esercito israeliano.
Firmatari
ACS, CISS, COSPE, CRIC, EDUCAID, OVERSEAS, VENTO DI TERRA, VIS